Focus on: Creminelli Fine Meats, da un piccolo paese a Salt Lake City

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Inauguriamo questa nuova parte di sito con un personaggio noto agli abitanti del nostro picco lo paese di residenza: Cristiano Creminelli.

Nato in Piemonte, Cristiano decide di prendere un bel volo e si trasferisce 14 anni fa negli States, a Salt Lake City. La sua famiglia, da generazioni gestisce la Salumeria Viglianese, un noto salumificio locale, ma Cristiano ha tentato la strada internazionale con non poche difficoltà.

Ma lasciamo a lui la parola

1)      Perché  hai scelto di trasferirti in America?

Gli Stati Uniti mi sono sempre piaciuti, io e mia moglie abbiamo spesso passato le nostre vacanze estive visitando ogni anno uno o due stati differenti. Nel 1998 eravamo a spasso per New York in Madison Avenue e ho visto un negozio di specialità alimentari; all’interno della vetrina c’era uno zampone (a luglio!!) e il prezzo di vendita era 48 dollari se ben ricordo. Da noi costava all’epoca non più di 2 o 3 (dollari) al dettaglio. Da quel momento ho cominciato a raccogliere più informazioni perché ho capito che quello che facevo a Vigliano avrei potuto farlo negli USA ma con un profitto molto più alto

2)      Perché Salt lake City e non Florida o California dove si producono i vini che accompagnano i tuoi salumi?

Creminelli Salt Lake City

La scelta è stata ponderata a lungo: ho visitato parecchie città ma alla fine ho scelto Salt Lake City per 3 diverse ragioni:

La prima geografica. Salt Lake si trova all’incrocio tra l’autostrada 15 che taglia gli USA da nord a sud e l’autostrada 80 che li taglia da est a ovest quindi l’approvvigionamento di materie prime e la distribuzione di prodotti finiti era molto più agevole, Salt Lake è al centro, molte aziende italiane tendono a insediarsi o a est (New York) o ad ovest (Los Angeles) ma le spese e i tempi di trasporto sono peggiori che stare a Salt Lake.

La seconda ragione è che lo Utah è uno stato molto economico. Mi spiego meglio: le tasse sono molto più basse che negli altri stati e di conseguenza anche i salari (intendiamoci sono ugualmente molto più alti che in Italia, un operaio “entry level” percepisce circa 2mila dollari al mese). La produzione è più economica e questo ha giocato un ruolo fondamentale all’inizio dell’azienda.

Terzo motivo il clima: molto secco sia in inverno che in estate quindi ideale per asciugare i salumi.

3)      Com’è  la tua giornata tipo?

È molto cambiata quest’anno non solo per il Coronavirus ma anche perché da gennaio ho deciso di fare un “passo indietro”. Lavoro sempre tutti i giorni ma ormai l’azienda è troppo grande per essere gestita da una persona e quindi ho deciso di fare il “Fondatore”. Adesso c’e’ un team di 7 persone (vicepresidenti) che gestiscono ognuna un dipartimento

Comunque la mia giornata tipo inizia alle 6.30, subito una corsetta di circa trenta minuti, doccia e colazione, leggo qualche articolo di giornale e circa alle 8.00/8.30 vado in ufficio. Quasi tutta la mattinata la passo in diversi meeting dove tutti veniamo aggiornati sulla situazione produttiva, finanziaria e di marketing. Pranzo verso le 12,00 e quasi tutti i giorni mi collego via skype con i miei genitori (loro cenano e io pranzo ma lo facciamo assieme).

Il pomeriggio e sempre dedicato alla produzione, con il Vice presidente di produzione giriamo e guardiamo un po’ tutto.

Verso le 15,00/15.30 vado a casa e, con mia moglie, facciamo lunghe passeggiate con il nostro cane Woody nelle montagne qui intorno, spesso a Park City che dista 20 minuti da casa nostra.

Cena verso le 20.00, quasi sempre con amici a casa nostra o in qualche ristorante.

4)      Che differenza c’è  tra lavorare in Italia e in America?

Direi le opportunità.

Il lavoro in se e’ praticamente identico per quanto mi riguarda, certo è un po’ diverso da come era in Italia dove eravamo in dieci persone. Qui siamo molti di più in 4 differenti fabbriche, ma la vera differenza sono le opportunità che si trovano. Ci sono molti più soldi disponibili per le idee giuste.

5)      Continui a produrre i tuoi salumi con ingredienti italiani?

Le ricette continuano ad essere quelle di mio padre e le tecniche produttive sono tutte italiane. Gli ingredienti sono per il 95% americani (carne e spezie) e per il 5% italiani (ingredienti speciali come vino o tartufo). Devo comunque dire che la qualità delle carni è molto alta. Usiamo solo maiali allevati in maniera naturale (senza medicinali e coadiuvanti aggiunti) e allevati in maniera umana (mai in gabbie sempre con la possibilità di accesso ad un pascolo esterno con molti acri di terreno, cibo solo vegetale) e le spezie sono tutte biologiche.

6)      Quali sono le differenze tra la salumeria viglianese e la Creminelli Fine Meats di Salt Lake?

Il salumificio di Vigliano è un’azienda artigianale a conduzione famigliare e quasi tutti i lavori sono svolti manualmente mentre Charcuterie Artisan (questo è il nome del gruppo) è un’azienda molto più grande molto più meccanizzata con macchinari italiani (se posso cerco sempre di usare macchinari made in Italy)

7)      Avete mercati differenti?

Se intendi dire tra me e mio fratello in Italia direi di no, copriamo tutta la fascia dal dettaglio alla grande distribuzione ed anche la ristorazione.

Se intendi solo con l’azienda americana copriamo tutto il nord America e il Messico. Abbiamo alcuni clienti in Sud America e in Asia ma poca cosa (non più del 5% del fatturato)

8)      Ti manca Vigliano?

Moltissimo, io alla fine sono italiano e grande fans dell’Italia. Mi manca la famiglia e tutti gli amici. Ritorno in Italia almeno due volte all’anno, estate e Natale, anche perché’ mia figlia studia in Italia. Con Il Covid è da gennaio che non ritorno purtroppo ma appena si può contiamo di ritornare almeno per un mesetto.

9)      Ti sei americanizzato in usi e costumi: pintoni di caffè, lavoro continuo poche pause

Per quanto riguarda il cibo NO, a volte mi devo adeguare ma a casa si mangia italiano e i ristoranti che frequento sono di amici italiani. Devo comunque dire che mi è sempre piaciuto esplorare altre culture attraverso il cibo e quindi molte volte mi fermo in un posto nuovo per assaggiare. Per il resto lavoro abbastanza anche se devo dire che alla fine non mi è costata molta fatica ma alla fine sei obbligato a prendere i ritmi americani perché è così che fanno tutti.

10)   Sei riuscito a visitare gli Stati uniti e le loro bellezze: parchi, cascate Niagara, Mount Rushmore…

Si ho visto molte parti degli Stati Uniti, viaggio molto sia per lavoro che per piacere con mia moglie. Credo di aver visto ormai tutti gli stati e tendo sempre a viaggiare negli ultimi giorni della settimana così da poter avere il sabato e la domenica vicini e spenderli per visitare i dintorni anche se devo dire di essere fortunato di vivere in Utah per le bellezze naturalistiche di questo stato.

Viaggio molto anche all’estero per il programma aziendale Discovery Food. Il dipartimento marketing ha iniziato questa campagna circa 4 anni fa quando ho avuto l’opportunità di conoscere e lavorare per poco tempo con Anthony Bourdain.

L’ho seguito in una sua avventura alle isole Cayman; abbiamo poi deciso di fare qualcosa di simile per divertimento nostro (io e i miei due soci, Chris Bowler e Jared Lynch) e alla fine si è dimostrato un grosso trend tra i nostri followers quindi da allora facciamo almeno 2 viaggi all’anno per scoprire nuovi cibi; l’ultimo è stato in Vietnam e Thailandia.

11)   Come si vive a Salt Lake City

Salt Lake City

Salt Lake City è veramente una bellissima città. La criminalità e molto bassa, l’integrazione sociale e veramente molto buona. Il costo della vita e molto buono, in questi ultimi anni molti persone dalla California hanno deciso di trasferirsi in Utah per l’ottima qualità di vita ma rimaniamo sempre uno stato e una città non densamente popolata.

Come non molte altri capitali negli USA, qui a Salt Lake abbiamo 5 o 6 grattacieli (tra l’altro non molto alti) ma tutto il resto sono per la maggior parte case, pochi condomini e tutti in downtown.

Ci sono parecchi piccoli e interessanti ristoranti di tutti i tipi e di etnie diverse e molti spettacoli di vario tipo anche durante la settimana.

La gente qui è molto sportiva (sci, outdoor, mountain bike e molto altro) quindi ci sono molti resort o aree attrezzate per sport.

Il clima e sempre secco, siamo in un deserto ma a 1400 metri di altezza, gli inverni sono freddi e con molta neve sulle montagne e le estati molto calde ma umide; quasi non esistono le zanzare !!!

12)   Cosa ti manca di più dell’Italia?

La famiglia e gli amici in primo luogo, anche se devo dire che ormai essendo qui da 14 anni ho parecchi amici anche qui!

Per il resto un po’ tutto; come dicevo sono italiano, nato e cresciuto in Italia quindi mi mancano tutte quelle abitudini che avevo in Italia, dall’aperitivo (tutti assieme a chiacchierare) alle feste di paese e tutto il resto.

13)   Quali consigli ti senti di dare a qualche giovane italiano che pensa di trasferirsi in America?

In termini materiali consiglio di non muoversi finche’ non si ha la sicurezza materiale di avere un Visto valido per lavorare e viverci. Questo è sicuramente lo scoglio più difficile da superare. Ho visto amici arrivare qui, preparare tutto per il loro successo nel lavoro e dopo poco essere rimandati in Italia perché il visto che avevano non era adatto a quello che volevano fare.

Quando il problema del visto è risolto questa è l’America, l’America del sogno americano; sei hai l’idea giusta e vuoi lavorare sodo hai molte più opportunità qui che nel resto del mondo.

Io ho iniziato 14 anni fa nello scantinato di un amico, ho venduto la mia macchina per comprarmi un tritacarne e una insaccatrice, dormivo su un divano di quarta mano vicino alla cella di stagionatura che mi ero costruito perché non avevo i soldi per comprarla.

Dopo 14 anni ho un’azienda con 4 unità produttive tra Utah e Rhode Island, altre 2 aziende che lavorano indirettamente con me, circa 700 persone che mi aiutano nel mio lavoro; in Italia sarebbe stato impossibile!

14)   Come vedi l’America oggi?

L’America di oggi non è sicuramente bella come l’America dei tempi in cui mi sono trasferito. La tensione sociale in questo periodo è molto alta e le decisioni che si sono prese per superare questa situazione sembrano non aver funzionato.

Non voglio entrare nei discorsi politici ma credo che il clima di odio che si sta facendo strada nell’ultimo periodo vada contrastato in maniera più efficace. Sono comunque convinto che lo spirito americano avrà la vittoria e, come sempre, gli americani si reinventeranno nella maniera migliore!

15)   Quali sono le differenze principali tra la ristorazione americana e quella italiana?

La ristorazione americana fino a poco tempo fa era più focalizzata sulla quantità che la qualità. Fino a 10/15 anni fa il cibo per gli americani era quasi considerato come la benzina per le macchine; ne abbiamo bisogno per vivere ma meno costa meglio è quindi la qualità non era buona. Negli ultimi 10 anni la tendenza si è completamente invertita e, come sempre succede qui, molto velocemente.

Adesso tutti cercano la qualità e questo mi ha aiutato molto perché’ il mio prodotto in termini qualitativi, è molto alto, all’italiana !!

16)   Ci puoi spiegare che cos’è il Baffo Day che, come abbiamo visto dai social, voi festeggiate ogni anno?

Baffo Day 2017, Salt Lakee City

Baffo Day, il 28 di agosto, è il compleanno di mio padre (il grande Baffo) ed è diventata una consuetudine qui in azienda fare una piccola festa e indossare baffi finti (quest’anno una mascherina con i baffi disegnati). Alla fine si fa una foto tutti assieme e si mandano gli auguri a mio padre.


Chicche di viaggio

Becoming American Citizen, Salt Lake City 06/10/2020

Nel nostro ultimo itinerario della West Coast abbiamo inserito proprio la tappa di Salt Lake City per poter conoscere Cristiano! Purtroppo non siamo riusciti a farlo di persona, vi raccontiamo qui la nostra avventura, ma alla fine lo ringraziamo moltissimo per averci concesso questa straordinaria intervista nel mese di settembre 2020.

Il 6 ottobre il nostro caro amico è diventato a tutti gli effetti cittadino americano!

Se volete scoprire di più su di lui e la sua azienda vi consigliamo di seguirlo sui profili instagram e facebook e sulla sua pagina web: creminelli.com

Michela Crosa

10 Replies to “Focus on: Creminelli Fine Meats, da un piccolo paese a Salt Lake City”

  • Una storia bellissima la sua. Grazie per avercela raccontata, sono avvenimenti dei nostri italiani importanti per il nostro paese e portale l’italianità in giro per il mondo.

  • Ho letto con interesse l’intervista e faccio i miei complimenti a Cristiano per il gran salto. Però a dimenticato di dire che Salt Lake ha anche un altro grande pregio: è una città bellissima, con tanto verde ed il suo splendido tempio dei Mormoni.

  • Cristiano mi ha fatto dalle prime righe una grandissima simpatia. Me lo sono immaginato sgranare gli occhi davanti allo zampone da 50 dollari e immaginare come le nostre tradizioni potessero essere trasferite in America. E’ stato bravo, coraggioso e molto molto serio a partire dalla scelta ponderata dello Utah al mantenimento delle ricette di famiglia. Una bellissima storia di successo

  • Bellissimo il nuovo spazio dedicato a storie di Italiani in America. Cristiano racconta del sogno americano dove con sacrificio e un’ottima idea, si può far fortuna lavorando ad un progetto valido.

  • Anche a me piace molto la tua nuova rubrica!
    è sempre interessante leggere di storie di coraggio e di sogni!
    Comunque leggendo mi è venuta voglia di conoscere Salt Lake City *-*

  • Salt Lake City è una città che non conosco affatt e che non è entrata “nel mio radar”, però quello che dice Cristiano mi incuriosisce molto a visitarla. Anche perché adoro i salumi e sarei curiosa di provare la versione americanizzata di prodotti che conosciamo.
    Complimenti a Cristiano perché ha avuto coraggio e il suo coraggio è stato ripagato con il successo.

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