Pop Art e musica riunite in una sola copertina

Velvet Underground

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Cosa hanno in comune i Velvet Underground e il padre della pop art Andy Warhol?

Facile: la copertina dell’album Banana.

Gli esordi della Band

La band, precursore di un genere particolare misto tra rock, country e punk, nata nel 1964 fece molta fatica ad emergere nel contesto musicale. Fondatore della band Lou Reed che chiese ad alcuni suoi compagni di corso di unirsi alla stessa, prima in un duo, poi un trio e alla fine in quartetto.

La band iniziò a suonare in qualche pub del quartiere Greenwich di New York. Subito non furono accolti bene, per le forti allusioni sessuali e il batterista originale della band, MacLise, la lascia in quanto, non appena arrivati i primi ingaggi, non voleva suonare per soldi. Era l’epoca del primo ingaggio alla Summit High School del New Jersey e il batterista venne così sostituito con Moreen Tucker, sorella dell’amico del chitarrista.

Il 15 dicembre del 1965 è una data importante per la band che si esibisce al Café Bizzare nel Greenwich Village e tra il pubblico sono presenti alcuni frequentatori della Factory di Andy Warhol che chiederanno allo stesso di assumerli quali resident band della Factory stessa.

L’incontro con Andy Warhol

Grazie al padre della Pop Art la band presto riuscì a sfondare nell’ambiente musicale tanto che lo stesso Andy chiese a Lou Reed di assumere quale cantante una modella, Nico (Christa Paffgen), sua pupilla, giunta in America come compagna del chitarrista dei Rolling Stones, Brian Jones.

I Velvet Underground iniziarono così un tour che li portò fino alla costa ovest degli Stati Uniti. Anche l’organizzazione dello stesso era particolare, venivano infatti proiettati cortometraggi in bianco e nero creati da Warhol stesso che diventavano colorati man mano che erano accompagnati dalla loro musica. Musica, filmografia, ballerini, luci e scenografia diventarono importanti.

Il Banana Album del 1967

Banana Album

1967, i Velvet Underground & Nico incidono il loro primo album la cui copertina fu disegnata dallo stesso Andy Warhol.

Scelta la banana come segno esplicito di sessualità, l’album fu prodotto con la copertina speciale. La banana infatti era adesiva e tolto lo stesso c’era raffigurata una banana rosa come facile allusione.

Poichè Warhol riteneva che questa band rappresentasse musicalmente le sue idee, decise di produrre anche l’album. I diritti del disco furono acquistati dalla Verve Records che riteneva l’idea di Warhol geniale, peccato che il disco non vendette molto, solo 30.000 copie in 5 anni. Questo fu causato dal lungo procedimento per creare la copertina con l’adesivo tanto che alla fine diventò una semplice banana gialla.

Se però a monte non fosse mai esistita tale copertina, probabilmente questa band non avrebbe mai sfondato nel panorama musicale e non sarebbe nata la new wave e tutto il rock alternativo degli anni a seguire.

Michela Crosa

4 Replies to “Pop Art e musica riunite in una sola copertina”

  • se ti dico che mio padre ha la fortuna di possedere questo LP?? Quando erano giovani i miei genitori avevano dei circoli in cui andavano a ballare, autogestiti. Poi quando li hanno chiusi ognuno ha portato via qualcosa, tra giradischi e attrezzi vari. Mio padre prese gli Lp, e ancora li ha tutti integri. Un vero e proprio tesoro direi ..

  • In una mostra delle opere di Andy Warhol ho avuto la possibilità di vedere anche i bozzetti di questa copertina, adoro il suo stile così eclettico

  • Mi hai raccontato un pezzo di storia che non conoscevo, avevo sentito nominare i Velvet Underground ma non ho mai ascoltato nulla della band. Non sapevo quindi del loro incontro con Warhol e di come è nata la copertina di un loro album.

  • È sempre bello scoprire questi piccoli pezzi di storia attraverso articoli come questo. Non sapevo che Andy Warhol avesse firmato un album con questa opera ma conoscendo la sua poliedricità non mi stupisco.

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