We the people, la libertà in tre parole

dichiarazione indipendenza

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L’incipit della Costituzione Americana, da sempre mi ha affascinato. Firmata a Philadelphia nel 1787, questo documento è conservato in originale negli Archivi Nazionali di Washington.

Un documento che sta alla base di uno Stato e che dovrebbe ricalcare la storia di una nazione soprattutto nel momento in cui ci troviamo ora.

La guerra d’Indipendenza

La storia parla chiaro! Il conflitto che si svolse tra il 1775 e il 1783 oppose le tredici colonie americane guidate dal comandante in capo George Washington alla loro madrepatria: il Regno di Gran Bretagna.

Inizialmente solo una piccola ribellione locale, partita con il Boston Tea Party del 16 dicembre 1773, per guadagnare terra e indipendenza governativa poi l’ingresso di Stati Europei come Francia e Spagna per ottenere il controllo della rotte commerciali e delle colonie.

Ovviamente la Francia al momento con colonie solo in Canada non poteva non schierarsi contro gli inglesi, già nemici in Europa.

Dopo la sconfitta inglese subita a Yorktown contro le truppe guidate da George Washington e Jean-Baptiste de Rochambau, il trattato di Parigi firmato nel 1783, pose fine alla guerra di in maniera definitiva regalando ai francesi Senegal, Santa Lucia e Tobago e alla Spagna Florida e Minorca benché la supremazia sulle rotte commerciali rimaneva della Gran Bretagna.

We the people

E’ l’incipit più citato, addirittura scritto più in grande rispetto al testo. Un incipit ripreso più volte soprattutto dopo l’abolizione della schiavitù e ancora oggi citato dal Black Lives Matter.

Un modo per ricordare al mondo che lo Stato è fatto di persone libere e simbolo di libertà.

Dalla schiavitù si dovevano risollevare in qualche modo i nigger, così erano chiamati gli schiavi afro-americani, sempre trattati come persone tra “inferiori” utili solo per i lavori.

Queste tre parole, da sempre e in tutta la storia della nazione, rieccheggiano talmente tardi per ritrovare la parità.

Bianchi vs Nigger

Un problema che ancora oggi riecheggia nelle manifestazioni Black Lives Matter contro i soprusi subiti non sono nella vita ma anche nello sport.

Così come Naismith un bianco fondò il basket, così Edwards creò la Black Basketball League e cittadine dove i nigger erano relegati in una sola e unica scuola crearono dei mondi particolari e dei luoghi dove poter farsi valere.

Un esempio per tutti: la Crispus Attucks High School in Indiana.

Crispus Attucks

La scuola, il cui nome è quello di noto di uno schiavo americano morto nel 1770 durante il massacro di Boston, nel corso del XIX secolo è diventata icona del movimento antischiavitù.

Nata come scuola dove confinare gli afro americani residenti ad Indianapolis, circa l’11%, nel 1920 doveva diventare il luogo in cui questo popolo si sarebbe dovuto sentire solo e scomparire nell’oblio e infine fallire. Ma non fu così!

Creata a seguito delle pressioni governative del Ku Klux Klan questa scuola riuscì in poco tempo a diventare baluardo della speranza per tutti gli afroamericani tanto da non essere considerato l’unico posto da frequentare ma quello che dava la migliore istruzione grazie ai migliori professori di colore dello Stato.

Non per nulla uno dei più classici souvenir che ci portiamo a casa quando visitiamo gli States è proprio una riproduzione della famosa Costituzione stessa. Forse per ricordarci che la libertà è un valore che non potremo mai perdere!

Michela Crosa

15 Replies to “We the people, la libertà in tre parole”

  • La libertà e l’uguaglianza sono termini ribaditi, ma non sempre applicati e rispettati alla lettera. Sicuramente la costituzione americana è ricca di fascino e dovrebbe essere un monito per tutti.

  • Credo che oggi più che mai, gli americani dovrebbero ricordare bene il concetto di libertà in tutte le sue sfaccettature. Come il concetto di libertà di voto e conseguente accettazione del risultato. È terribile quello che è successo proprio stanotte al Congresso Usa…

  • Credo che la libertà deve essere di tutti e che non ci debba mai essere distinzione tra un individuo ed un altro. Trovo che non sia giusto classificare il “diverso” come essere inferiore e purtroppo molto spesso questo concetto non è ancora ben chiaro a molti.

  • In effetti non dovremmo mai smettere di riflettere sul concetto di libertà, sul suo significato e le sue possibili declinazioni. Fu Martin Luther King a dire una cosa giustissima, anche se molti urlano al paradosso, ossia che “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”.

  • Post davvero importante. Soprattutto alla luce dei fatti del 6 gennaio. Chi l’avrebbe mai detto che la Nazione che ha fatto della propria Democrazia è stata vittima di un attentato alla democrazia da parte di colui che dovrebbe esserne il primo custode!

  • Assurdo come un Paese come gli Stati Uniti che danno così tanta importanza alla Democrazia, Libertà e Uguaglianza, sono in questo periodo proprio quelli che più subiscono molto spesso attacchi alla Democrazia (guarda che è successo un paio di giorni fa a Whashington) e alla libertà delle persone, specialmente di colore.

  • Assurdo come un Paese come gli Stati Uniti che danno così tanta importanza alla Democrazia, Libertà e Uguaglianza, sono in questo periodo proprio quelli che più subiscono molto spesso attacchi alla Democrazia (guarda che è successo un paio di giorni fa a Whashington) e alla libertà delle persone, specialmente di colore.

  • durante il mio viaggio nel Sud degli Usa ho auto modo di approfondire il tema della discriminazione razziale ancora , ahimé, molto presente. Se le prime tre parole di quel documento bellissimo che la Costituzione Americana venissero prese alla lettera e con lo spirito con cui sono state scritte si eviterebbero tante sofferenze

  • Tanto ieri quanto oggi è sempre opportuno spender anche solo una parola sui concetti di libertà e uguaglianza. Non ci resta dunque che ribadire tali concetti a più riprese fino al giorno in cui apparterranno in egual misura ad ogni abitante di questo splendido pianeta.

  • La storia degli Stati Uniti mi ha sempre affascinata moltissimo, ma soprattutto il periodo della Guerra di indipendenza. Quando a Philadelphia ho visitato la sala dove la Dichiarazione di Indipendenza fu firmata mi sono davvero emozionata moltissimo.

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