Château Frontenac: il simbolo di Quebec in Ontario

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Un pezzo di Francia trapiantato sulle rive del fiume San Lorenzo.

Questa è la graziosa e ben curata Quebec. Una piccola cittadina dell’Ontario, nel Canada franco-britannico, che conta 700.000 abitanti di cui circa 160.000 solo nella sua cittadella (Quebec City), dominata da Château Frontenac e cinta da mura risalenti al XVIII secolo.

Ho sempre avuto il desiderio di visitarla in quanto affascinata dal fatto che esistesse uno stato in cui si parlassero ben due lingue: francese e inglese.

La vieux ville, il centro storico, è stato dichiarato patrimonio storico UNESCO. Ad ogni passo, in quanto facilmente attraversabile, il visitatore viene catapultato nella storia bellica: la lotta per la sopravvivenza del Canada francese contro il Nord America britannico.

E’ molto facile incappare in eventi, visitare musei e imbattersi in artisti di strada. Io per esempio ho avuto la fortuna di partecipare alle celebrazioni per le Fêtes de la Nouvelle-France che si tiene ogni anno nella prima settimana di agosto.

Ma torniamo a noi. Il monumento più grande e considerato il simbolo della città è proprio il Château Frontenac.

Situato nel cuore di Quebec City ( nella vieux ville), fu costruito tra la fine del XIX il XX secolo. Elementi architettonici medievali e rinascimentale ne caratterizzano la forma, inoltre non è possibile non rendersi conto della sua somiglianza con i castelli della Loira e quelli della Scozia.

Il castello deve il suo nome a Louis de Buade Comte de Frontenac e de Palluau, generale francese che per un certo periodo diventò il governatore della colonia della Nuova Francia.

Da dimora storica ad albergo di lusso

Oggi Château Frontenac è stato trasformato in un esclusivo albergo. Eleganza, charme, trattamenti di lusso, un tocco europeo sono il suo vanto.

Celebri ospiti hanno soggiornato qui e molte stanze ne portano ancora il nome. Churchill per esempio vi soggiornò insieme a Roosevelt durante il periodo della seconda guerra mondiale mentre pianificarono l’invasione della Normandia e la ricostruzione dell’Europa post bellica. Anche Elisabetta II, De Gaulle e Grace Kelly non sono stati da meno e hanno qui la loro suite.

Non solo presidenti americani Eisenhower, Nixon, Carter e Regan ma anche icone della musica e del cinema hanno scelto questo albergo. Tra i più famosi: Leonado Di Caprio, Celine Dion, Paul Mc Cartney, Steven Spielberg…

“Io confesso”: un set cinematografico

Alfred Hitchcock decise di girare in questo albergo gran parte del suo film “Io confesso”. Il salone, l’ingresso, interni ed esterni sono ripresi nella sua pellicola tanto che la direzione ha creato una stanza a suo nome e somiglianza.

Ovviamente molte altre storie si nascondono tra le mura di questo albergo e un tour ve le racconta tutte!

Grazie ad un importante restauro terminato nel 2014, la dimora è tornata al suo antico splendore.

E per scoprire che cosa ci regala la città, leggete questo minitour.

Michela Crosa

9 Replies to “Château Frontenac: il simbolo di Quebec in Ontario”

  • Adoro i castelli quindi con me sfondi una porta aperta. Questo di Frontenac è davvero imponente a veder le foto; peccato che diventando albergo ha perso un po’ del fascino delle dimore storiche.

  • Molto interessante il tuo articolo. Devo confessarti che mi affascina da sempre il Quebec, proprio per la sua particolarità e per il fatto di non aver “compromesso” le sue origini

  • Sono stata a dormire in un Fairmont dall’altra parte del Canada e devo dire che ne vale la pena.I castelli sono tenuti benissimo e sembra di vivere dentro una favola!

  • Sono sempre dispiaciuta quando sento che un castello viene trasformato in hotel, anche se si prestano mille attenzioni per non intaccare la struttura originaria o gli interni. Ma un castello deve rimanere aperto al pubblico, deve essere visitabile e conservato per i posteri. Adoro i castelli e spero di passare da quelle parti presto per conoscerlo personalmente.

  • Bellissimo il Canada mi ha sempre affascinato e per lavoro mi sono occupata del Quebec ma il castello non lo conoscevo, chissà se riuscirò mai a visitarlo… Ci spero!

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